Ma all’orizzonte compaiono nuove tecnologie che sembrano in grado di insidiare la metodologia classica seguita da Lobb e pochi altri calzolai europei d’alta gamma. Un brand danese, Ecco, ha messo a punto un sistema che scannerizza il piede col laser, fa passeggiare il cliente con una scarpa speciale dotata di sensori che registrano le caratteri- stiche della camminata e trasmette tutti questi dati a una stampante 3D che produce un’intersuola ad hoc. Customizzazione parziale, di certo non ancora scarpe su misura. Un po’ meglio la Design Italian Shoes di Milano: dopo aver scannerizzato il piede e scelto il modello, le misure sono trasmesse ad artigiani nelle Marche che sceglieranno i lasts che più gli si avvicinano e costruiranno la scarpa alla maniera tradizionale-manuale. Non un bespoke, ma un buon made to measure. Sì, il futuro sembra inevitabile anche per John Lobb e i suoi epigoni: ricavare direttamente quella benedetta forma lignea iniziale con frese a controllo numerico guidate dal modello del piede scannerizzato. E affidare tutto il resto (almeno per ora…) alla mano dell’uomo.